venerdì, dicembre 28, 2007

Citazioni : Pericle

PericleLibertà è scegliere.

« [...] Ne era motivo il fatto che Pericle, potente per dignità e senno, chiaramente incorruttibile al denaro, dominava il popolo senza limitarne la libertà, e non era da lui condotto più di quanto egli stesso non lo conducesse, poiché Pericle non parlava per lusingarlo, come avrebbe fatto se avesse ottenuto il potere con mezzi illeciti, ma lo contraddiceva anche sotto l'influsso dell'ira, avendo ottenuto il potere per suo merito personale. [...]
Vi era così ad Atene una democrazia, ma di fatto un potere affidato al primo cittadino.
»
( Tucidide, Storie, II, 65 )

Il nostro sistema politico non compete con istituzioni che sono vigenti altrove. Noi non capiamo i nostri vicini, ma cerchiamo di essere un esempio. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo e' detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia uguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell'eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sara', a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la poverta' non costituisce un impedimento.

La liberta' di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana: noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo. [...]. Ma questa liberta' non ci rende anarchici. Ci e' stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiano proteggere coloro che ricevono offesa. E ci e' stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di cio' che e' giusto [...].

La nostra citta' e' aperta al mondo; [...]. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo [...]. Noi amiamo la bellezza senza indulgere tuttavia a fantasticherie, e benche' cerchiamo di migliorare il nostro intelletto, non ne risulta tuttavia indebolita la nostra volonta' [...]. Riconoscere la propria poverta' non e' una disgrazia presso di noi; ma riteniamo deplorevole non fare alcuno sforzo per evitarla.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private [...]. Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benche' soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica, ma come indispensabile premessa ad agire saggiamente [...]. Noi crediamo che la felicita' sia il frutto della liberta' e la liberta' il frutto del valore, e non ci tiriamo indietro di fronte ai pericoli di guerra [...].

Insomma, io proclamo che Atene e' la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce svluppando in se' una felice versatilita', la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso."


( Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 37-41 )