Quel volpone di Bettoni. In Italia gli avvicendamenti politici cambiano radicalmente il volto del paese (e della Bergamasca) e il presidente della Provincia di Bergamo cosa fa? Commenta con immenso trasporto e fervida apprensione le "terribili" conseguenze della morte di una povera volpe in quel di Gandellino. Ma andiamo per ordine. Il 31 marzo la polizia provinciale si imbatte a Gandellino in una volpe «con evidenti segni di rogna». E’ in fin di vita e i poliziotti senza pensarci due volte la fanno fuori. Apriti cielo. L’organizzazione internazionale protezione animali sente puzza di bruciato e manda un comunicato infuocato. «Come sempre la nostra associazione ha deciso di stare dalla parte degli animali, che troppo spesso subiscono soprusi, maltrattamenti e vanno incontro a morti atroci e crudeli. Vogliamo dare loro voce e diritti. In questo caso costituendoci parte civile». Qui scatta la reazione di Bettoni, che toccato nell’orgoglio replica seccamente all’Oipe. «Fa specie – commenta Bettoni – che si voglia strumentalizzare il lavoro già difficile che la Polizia Provinciale svolge sul territorio in difesa della salute dei cittadini e della fauna. Il risultato di certe prese di posizione non è certo quello di stimolare a operare sempre meglio in momenti difficili, ma può fare venire in meno la passione per il lavoro che da sempre contraddistingue gli agenti della Polizia Provinciale. Non si può infatti attaccare indiscriminatamente chi svolge il proprio dovere e non ha la possibilità di rispondere direttamente alle accuse rivolte». Davvero emozionante. E pensare che nell’arco della campagna elettorale (da due mesi a questa parte) il presidente si è negato ad ogni domanda in merito a elezioni, stravolgimenti politici, possibili suoi successori. La prossima volta gli chiederemo quanti stambecchi ci sono in Val Brembana, e, per par condicio, in Val Seriana. Forse risponderà.
Isaia Invernizzi
Nessun commento:
Posta un commento