domenica, gennaio 11, 2009

Fabrizio De André..Il Poeta "Fragile"

"Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale" (Paolo Villaggio, La Storia Siamo Noi 4 gennaio 2007).


Dieci anni fa si spegneva, uno dei più grandi cantautori, anche se lo definirei più un poeta al quale piaceva raccontare le proprie storie con la musica, una sorta di menestrello dei tempi nostri, ma non gli si addice, decisamente.

Faber, nacque il 18 febbraio 1940, da famiglia altolocata genovese. Durante i primi cinque anni di vita, visse nelle campagne di Asti, a causa della guerra, casa che non voleva lasciar scappare per non dimenticarsi delle proprie origini alle quali era molto attaccato. Già in tenera età, Fabrizio dava a vedere quello che sarebbe stato il suo carattere, il suo modo di fare "anarchico", quasi ribellandosi alla disciplina impostagli dalle scuole che frequentava (la maggior parte ecclesiastiche). Frequentò il liceo classico, ma la sua vera passione, si sa, è sempre stata quella della musica. Non si separava mai dalla sua chitarra, scriveva, componeva poesie, non conseguendo il successo sperato. Ispirato sempre dal cantautore francese Bressons, passava le giornate ascoltandolo e dedicandosi alla lettura "anarchica". Nel 1965 la svolta (fino a prima, Fabrizio sosteneva una famiglia, moglie e il figlio Cristiano nato nel 1962, con una specie di hobby..) avvenuta con "La Canzone Di Marinella" reinterpretata da Mina. Questo gli fruttò un po' di denaro che gli permise di dare una vita migliore alla sua giovane famiglia. Nel 1966 l'LP d'esordio "Tutto Fabrizio De André", contenente alcune canzoni scritte da lui, tra cui appunto, La Canzone Di Marinella, La Guerra Di Piero, Il Testamento, La Ballata Del Michè e Carlo Martello. l'anno seguente uscì Volume I e nel 1968 si aprì una stagione prolifica: Tutti morimmo a stento e Volume III, La buona novella (1970) tratto dai Vangeli Apocrifi, Non al denaro non all'amore né al cielo (1971), Storia di un impiegato (1973) il primo concept album sul Maggio Francese, Canzoni (1974) e Volume VIII (1975). Nel 1975 la sua prima apparizione in pubblico. Lui non era solito ed era sempre impaurito nell'apparire, ma ebbe un discreto successo (anche con l'aiuto di uno dei suoi più grandi amici..Glent...Grant..).




Nel 1977 si trasferì nella sua tenuta agricola in Sardegna, nei pressi di Tempio Pausania (come sognava fin da piccolo) con la nuova compagna Dori Ghezzi. Nel 1978 uscì l'aòbum Rimini in collaborazione con Massimo Bubola. Nel 1979, il 27 agosto, Fabrizio venne rapito con Dori Ghezzi dall'Anonima Sarda, e rimasero prigionieri per quattro mesi. Faber non ha mai dato segno d'odio verso i sequestratori, anzi, diceva che erano quasi materni, e al processo disse "Noi la libertà l'abbiamo riacquistata, loro forse, non la rivedranno mai più". Nel corso dello stesso anno, la svolta, con il tour con la PFM, gruppo di riguardo, già affermato in Italia e all'estero. A cospetto della PFM, si è sempre sentito musicalmente inferiore, per così dire. "Io spero proprio che questa non sia una sola tournée. Non è detto che io debba essere sempre il protagonista di un disco. Potrebbe benissimo darsi che domani la PFM voglia scegliere di usare un Fabrizio De André pwe i suoi testi. Io sono disponibilissimo, per cui potrei tranquillamente rimanermene nella mia tenuta agricola in Sardegna a scrivere anche per poi riascoltare da altre persone che interpretano, non dico la mia musica, ma i miei testi".
(A riguardo vi rimando al libro "Fabrizio De André & PFM-Evaporati in una nuvola rock" a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio, giusto per chi volesse guardare due immagini così, un po' significative di questo piccolo tour..)

Nel 1981 l'album omonimo, soprannominato "L'Indiano" (dalla copertina) album simbolo e segno descrittivo della Sardegna, associando i pellerossa ai sardi, "oppressi dai propri colonizzatori". Traccia più importante di questo album, è Hotel Supramonte, che racconta le vicende del sequestro. Nel 1984 l'uscita del suo capolavoro, Creuza De Ma, in dialetto genovese e in collaborazione di Mauro Pagani. L'album è stato decretato "album del decennio". Nel 1990 uno dei suoi ultimi lavori, "Le Nuvole" cantato diviso a metà, tra il dialetto e l'italiano, in cui spiccano "Don Raffaè" e "La Domenica Delle Salme". Nel 1996 l'ultimo album "Anime Salve" e nel 1998, durante quello che fu il suo ultimo tour, gli venne diagnosticato un tumore ai polmoni. L'11 gennaio Fabrizio De André morì, ma resterà sempre nella memoria delle persone a cui ha regalato tante emozioni.
Roberto Rodeschini

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ebbravo ROccka! Bell'inizio e argomentazione dettagliata. Come già ti dissi capisco la tua emotività da esprimere e condividere, anche in quel finale (ops).


=E=

Anonimo ha detto...

E non avevo dubbi, sirock...sei degno del tuo regno, che si fa sempre più grande! Messere Alfio

Geezer ha detto...

Vero, bravo Roccia che hai tributato il giusto omaggio ad un grande artista che non ha eguali nella musica mondiale.

...e poi non dimentichiamoci che le sue canzoni spesso e volentieri accompagnano le scorribande della Banda della Brava Grigia!!!

therock ha detto...

Vi ringrazio davvero..ci tenevo a fare una sorta di scheda con qualche particolarità..magari ne aggiungerò qualcun'altra più avanti..ho un intero libro da citare..