giovedì, aprile 26, 2007

Ex Mare Libertas ( #6 )

Lacrime da coccodrillo per Kurt Vonnegut

Ha avuto molti necrologi pubblici Kurt Vonnegut: e anche in Italia parecchi hanno pianto lacrime da coccodrillo. Ipocriti che ne hanno parlato male ogni volta che potevano e ora fingono di averne sempre apprezzato la grandezza e l'ironia, persino le doti umane. Quelli che lo hanno davvero sempre amato invece di piangerlo lo ringrazieranno facendogli il miglior dono per uno scrittore, vivo o morto che sia: regaleranno, presteranno o fotocopieranno [pirati? Sì, a lui piaceva la libera circolazione delle idee e delle storie ... che terrorizza gli editori-vampiri] i suoi libri, lo faranno conoscere il più possibile.
«L'umanità lanciava sempre verso l'esterno i suoi agenti incaricati dell'avanzata [...] I doni dello spazio erano tre: eroismi inutili, commedie di scarso valore e morte senza scopo. [...] Solo l'interiorità rimaneva da essere esplorata. Solo l'anima umana rimaneva terra incognita». Sin dalla prima pagina di «Le sirene di Titano» [del 1959] Kurt Vonnegut mette in chiaro che l'astronave più interessante è l'essere umano e che il viaggio più difficile, l'approdo più inquietante resta lei, l'umanità. «Le sirene di Titano» è fantascienza al 100 per cento, altri romanzi di Vonnegut lo sono meno o per nulla ma resta sempre la conquista dello spazio interno la più difficile delle imprese. Che la science fiction non fosse solo un'etichetta «orinatoio» comoda per i critici ma una grande possibilità è lui che lo scrive, proprio nel meno fantascientifico dei suoi libri, «Perle ai porci ovvero Dio la benedica, mr. Rosewater» quando il protagonista interrompe così una conversazione tra scrittori: «Vi amo, figli di puttana. Siete tutto quello che leggo ancora. Siete gli unici che parlano dei cambiamenti veramente terribili che stanno avvenendo, gli unici abbastanza folli da sapere che la vita è un viaggio spaziale [...] Gli unici con sufficiente coraggio per occuparsi del futuro, che si accorgono veramente di quello che le macchine ci stanno facendo, di quello che ci sta facendo la guerra».
Vonnegut verso la fine di «Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini» [ma il sottotitolo originale del libro è ben più lungo e ironico] scrive che «l'ecolalia è una malattia mentale che fa sì che uno ripeta immediatamente le cose che dicono attorno a lui le persone sane». Messo fra virgolette dubitative l'aggettivo «sane» appare certo che da allora l'ecolalia [qualcuno direbbe «il pensiero unico»] abbia contagiato una grandissima parte di giornalisti, intellettuali, educatori visto che «immediatamente» si adeguano alle cose che vengono dette senza verificare, dubitare, magari dissentire.

Kurt Vonnegut
Kurt Vonnegut di EX MARE LIBERTAS è «Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini» e http://it.wikipedia.org/wiki/Kurt_Vonnegut

Rubrica a cura di : Alfio

5 commenti:

Anonimo ha detto...

di che parla questo libro alfio che sono curioso? by collo

Anonimo ha detto...

Collo se sei curioso prendilo in prestito in biblioteca e sfoglialo! Ciao, Alfio

Anonimo ha detto...

veramente sto leggendo tre libri in contemporanea in questo periodo quindi....by collo

Geezer ha detto...

E quali sono : Le Ore, Playboy e la guida Michelin?
Dai scemo fa mia l' figo che te firmet cola ics

Anonimo ha detto...

memnoch il diavolo,endymion,meno di zero che ho quasi finito 10 pagine,poi quello dei vampiri posso leggerlo quando voglio comunque perch� � mio by collo