venerdì, novembre 21, 2008
mercoledì, novembre 19, 2008
Presidente Riccardo Villari. Ma chi l'ha fatto entrare? | di Nando Dalla Chiesa
Eh no amici. Perché leggo che Villari è alla sua quarta legislatura. L’Italia non sapeva neanche chi fosse, e questo vuol dire che in tanti anni l’uomo non si è propriamente ammazzato di lavoro politico e parlamentare. Senz’altro non si è segnalato, se non per la sapiente amicizia con Mastella e De Mita. E allora: ma non era stato deciso che chi aveva tre legislature non poteva essere candidato salva apposita e speciale deroga? E Veltroni non aveva detto che voleva candidati capaci di lavorare sodo e di pieno affidamento? Sia chiaro, e per sgombrare il campo da equivoci: io ormai sto benissimo come e dove sto. Ma qualcuno sa spiegare perchè a Villari è stata data la deroga e ad altri no? Se la fregatura Di Gregorio fu a suo tempo colpa di Di Pietro, se vale il principio di responsabilità che ho invocato nel post precedente sulla Diaz, qui non si scappa. La colpa di questa ennesima fregatura ai danni degli elettori di centrosinistra è di chi ha fatto quelle liste barzelletta e ha dato e negato deroghe in modo irresponsabile, rivendicando poi con ridicolo orgoglio il “rinnovamento” svolto. Ossia, per non essere omertosi, la fregatura Villari ha dietro i nomi di Bettini e Franceschini. O no?
( Tratto da nandodallachiesa.it )
giovedì, novembre 13, 2008
No all'Ammazza Blog | di Antonio di Pietro
La Rete è l’ultimo media libero rimasto in Italia. La politica lo sa e non rinuncia a sferrare il suo attacco dopo aver occupato giornali e televisioni. Mi ero dissociato a suo tempo dal disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) e l’estensione dei reati a mezzo stampa. I contenuti del disegno di legge Levi relativi alla Rete erano degni di una dittatura. Per fortuna il disegno di legge nel 2007 non passò e tutto sembrava rimanesse come prima. Senonché il 6 novembre scorso nel silenzio più assoluto questa proposta con un nuovo testo (C-1269) è stata assegnata, in sede referente, alla VII Commissione Cultura della Camera.
I contenuti e gli attacchi alla libertà di informazione non sono cambiati, eccetto qualche distinguo inutile, operato dallo stesso Levi, presente in questa seconda versione. Su questo disegno di legge non ci sarà nessun margine di discussione né con il centrodestra né con il centrosinistra. Qualora dovesse passare potrebbe dare come unico risultato la disobbedienza civile.
Riporto alcuni passi del disegno evidenziati da Punto Informatico :
“Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Qualsiasi blog rientra in questa definizione.
Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.”
E’ chiaro che la legge è stata fatta e modificata da chi non conosce la Rete oppure da chi la conosce troppo bene e proprio per questo la teme poiché la stragrande maggioranza dei blog contiene banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads. Questi blogger sarebbero dunque per l’Agenzia delle Entrate assimilabili ad “attività di impresa”, dovrebbero iscriversi quindi al ROC rischiando di intercorrere in reati di stampa o , se non lo facessero in quelli di stampa clandestina.
L’Italia dei Valori offrirà tutta l’assistenza legale a chi verrà perseguito per la sua violazione. Le regole vanno rispettate, ma non quelle che mettano a rischio la democrazia e siano palesemente anticostituzionali, e questo perché non sono regole ma abusi e soprusi Questo disegno di legge è pura censura. L’Italia dei Valori si attiverà da subito con una serie di iniziative contro questo disegno di legge liberticida facendo appello anche alle istituzioni internazionali e i media esteri.
(Tratto da AntonioDiPietro.it)